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fotografia

Mi piace pensare alla macchina fotografica come ad un cutter, con il quale ritagliare piccoli frammenti di realtà che, decontestualizzati dall'intervento fotografico, dal taglio, assumono nuovi significati estetici.

 

 

Creative Commons LicenseTutte le immagini sono opera di Mauro Baldassarri e disponibili nella forma della Creative Commons: Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License. Ulteriori specifiche QUI.


 

Quando l'intervento sulla foto-grafia trasforma il reale in un "altro" (luogo, spazio, tempo, oggetto) discendente diretto di se stesso.


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Omaggio a Philip Kindred Dick, autore americano di Science Fiction degli anni '50-'60, e alla sua continua ricerca del Vero in un universo dove tutto è il contrario di tutto e dove il Doppio... è sempre in agguato.

"La Città sostituita", titolo originale "The cosmic Puppets" (1957), esce in Italia per i tipi della Urania nel 1962.
deriva da un racconto delo stesso autore, "A Glass of Darkness ", scritto nel 1956

Millgate, la piccola città della Virginia, dove Ted Barton è nato trent'anni prima, sembra, a guardarla, immutata: è sempre al centro della conca chiusa tra le montagne, col suo campanile, i suoi alberi, il suo torrente. Ma una volta entrato nella cittadina, Ted Barton si accorge che qualcosa non è come dovrebbe essere: il parco col vecchio cannone della guerra civile è scomparso, al posto della valigeria di Doyle c'è ora una drogheria, e Central Street non esiste più, è cambiata, e si chiama Jefferson Street. Nel tentativo di scoprire che cos'è successo alla "vera" Millgate, Barton, e il vecchio Christopher che lo aiuta nelle sue indagini, si troveranno coinvolti nella battaglia delle titaniche forze cosmiche che dividono Millgate, e l'universo, nei due regni della luce e delle tenebre.


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Suddenly I stop
But I know it's too late
I'm lost in a forest
All alone
The girl was never there
It's always the same
I'm running towards nothing
Again and again and again and again and again...
And again

(The Cure)


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La macchina fotografica usata come un cutter, un bisturi, un rasoio, allo scopo di isolare frammenti di realtà, compiuti in se stessi che, reinventati dall'operazione del taglio, acquistano nuove valenze estetiche.

 

Dettagli di parti meccaniche, di manufatti, di muri dipinti, cessano così di essere ciò che sono in realtà per guadagnarsi una autonomia estetica che li fa essere "altro".


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Fotografia, ovvero la scrittura con la luce.

Ho cercato di recuperare un rapporto diretto con la luce, amplificando la distanza dal figurativo, per intraprendere un percorso di ricerca che conduca verso un utilizzo quanto più possibile puro della luce, del sensore (e prima della pellicola) e dell'ottica.

Superando così il bisogno della mediazione rappresentata dagli oggetti, dalla realtà.

 


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