Contatti

  

su di me 

 

In quel preciso istante si strinsero tutti in un unico abbraccio attorno al corpo di “Merylin”, così la chiamavano in quelle che amavano definire le loro nottate “da randagi”.           

 Merylin giaceva li, inerte, sul tavolo al centro della stanza, sotto lo sguardo attonito dei tre uomini.Loro in qualche modo l’amavano. Amavano quel corpo soffice, caldo, quella pelliccia. Soprattutto amavano il fatto che Merylin acconsentisse senza lamentarsi a soddisfare le loro fantasie erotiche. E una in particolare: quella che li accomunava e per la quale, anche quella sera, si erano ritrovati.            <<Questa volta abbiamo esagerato>> disse uno dei tre.           

<<Be’, in fondo non poteva durare a lungo -gli fece eco l’altro- ormai era già un bel po’ che la incontravamo tutti e tre almeno un paio di volte alla settimana>>.           

Il terzo uomo non  disse nulla, si stava ancora rivestendo, lo sguardo pietrificato dallo shock. Era stato lui l’ultimo a godere del suo corpo.           

Merylin era morta. Giaceva immobile sul tavolo, la pelliccia arruffata, le zampe abbandonate, la coda inerte soltanto lievemente sporcata da un rivolo di sangue. Merylin non avrebbe più abbaiato. Mai più.