Contatti

  

su di me 

 

Le fotografie rappresentavano per chi le inviava e soprattutto per chi le riceveva l'unica presenza, l'unica forma di contatto, in qualche modo tangibile anche se sostanzialmente fantasmatico,

di un congiunto emigrato. Agli occhi di chi è rimasto a casa la fotografia diventa un vero "surrogato" della presenza del soggetto annullandosi come "segno" per diventare la cosa stessa. Significativa la testimonianza autografa di un emigrante che prescrive a chi riceverà la sua foto di “metterla sulla tavola a natale, così ti sembrerà di fare natale con me”.