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Attraverso la memoria di uno dei protagonisti della vita politica e sociale della Valbisagno (Genova), Giordano Bruschi, e grazie al materiale da lui raccolto nel corso degli anni, vengono ricostruite e narrate le vicende che hanno visto protagonisti i comitati spontanei di cittadini della Valbisagno. I problemi del territorio, il rischio idrogeologico e ambientale, il contrasto all’urbanizzazione selvaggia sono i terreni sui quali la vallata ha da sempre combattuto per proteggere la sua identità e garantirsi forme sostenibili di sviluppo confrontandosi, attraverso i comitati, con le istituzioni e gli amministratori che si sono succeduti negli anni. La cronaca, che ha punteggiato il periodo di fatti anche drammatici, come frane, alluvioni e vittime, e di vicende giudiziarie, fa da sfondo alle vicende narrate.

Il libro si chiude con le “incompiute”: quelle vertenze ancora aperte fondate su richieste, quando non su progetti concreti, ancora in sospeso per la cronica mancanza di risorse.

 

Con la prefazione di Silvio Ferrari, il libro è a cura di Mauro Baldassarri. Edito da Internòs 

 

 

Introduzione: un ventennio in Valbisagno, 1991-2011     

 

Quelli del Geirato: centrocinquantamila metri quadrati di area residenziale destinati a tredici capannoni industriali. I cittadini non ci stanno, e vincono.   

 

Quelli di Ca’ di Ventura: piove, tanto, e la collina frana. La vicenda si intreccia con quella, giudiziaria, di Renzo Fossati e dell’immobiliare Casabuona Srl, recentemente ritornata sui giornali in occasione dell’arresto del figlio di Fossati, Gianni, nel marzo 2013.

 

Quelli delle Gavette: un inceneritore di rifiuti solidi urbani, spento nel 1987, vuole essere riacceso. Cioè: non lo vuole lui, lo vuole una politica miope che, persa la partita sui rifiuti torna alla carica con un impianto di stoccaggio del cemento. In un ordine del giorno del Comune compaiono per la prima volta i “Comitati”, citati ufficialmente come referenti sul territorio da prendere in considerazione.

 

Quelli di Piazzale Adriatico: oggi si parla molto della Val di Susa, del movimento No Tav e delle azioni compiute per contrastare la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità torino-lione. Pochi ricordano invece il precedente della lotta condotta in Valbisagno per impedire la devastazione ambientale  e gli espropri della zona delle Gavette e di piazzale Adriatico, che avrebbe dovuto ospitare il viadotto ferroviario del “Supertreno” Genova-Milano.

 

Acquedotto storico: il “condotto” , così è conosciuto dai genovesi. La lotta per la salvaguardia di quel prezioso bene culturale segna il momento evolutivo nelle attività dei comitati. Un tipo di lotta in un certo senso nuovo, basato su un’azione proattiva condotta dai cittadini, e non più oppositiva. Altre battaglie. Il carcere al “castelluzzo”, il Cpt a Mulinetti, la riqualificazione dell’aria ex colorificio Boero, la cementificazione della Sciorba e di Pratoverde; queste ed altre vicende “minori” fanno da contorno ai capitoli principali.

 

La lotta continua… (Le incompiute): sono tre in particolare sono quelle che meritano di essere ricordate: la prima, quella che probabilmente non verrà mai chiusa per la semplice ragione che è una vicenda in continuo divenire, relativa alla messa in sicurezza del greto del torrente Bisagno e delle aree limitrofe; la seconda, relativa alla richiesta di una viabilità più efficiente in vallata, unita alla richiesta di costruzione di quella tranvia di cui da troppi anni si parla; la terza, infine, quella relativa al “fangodotto”, con le sue vasche di depurazione dei liquami affluenti al depuratore della Foce posizionate proprio in Valbisagno.